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Può un colore avere un sapore? Una canzone avere un colore? SINESTESIA, quando i sensi non stanno al loro posto.

È un fenomeno sensoriale/percettivo, non cognitivo, in cui la stimolazione di un senso è associata a quella di un altro. Non si tratta di una malattia, ma di una vera e propria sovrapposizione di sensi, in cui uno attiva l'altro simultaneamente e viceversa. Il termine "sinestesia" deriva dall'unione di due parole greche, "syn" (insieme) e "aisthesis" (percezione), che significa appunto "percepire insieme". Personalmente, non immagino questo fenomeno come un disordine sensoriale, ma come una sorta di senso aggiuntivo oltre ai cinque che abbiamo. L'idea ed il progetto
Scarpe con cuffia

Prima di parlarvi della Sinestesia, vorrei presentarvi la Dott.ssa Temple Grandin. Una zoologa statunitense nata a Boston nel 1947, laureata in psicologia con dottorato in Scienze animali esperta nello studio dello stress nei bovini da allevamento, docente, e ritenuta la maggiore esperta nella progettazione degli allevamenti.  Attivista per la difesa dei diritti delle persone affette da autismo, è autrice di numerosi studi sul linguaggio e le emozioni degli animali.  La sua storia è stata raccontata anche in un  film “Temple Grandin ” (https://www.mymovies.it/film/2010/temple-grandin/)  Questo film oltre ad essere ben fatto ed interpretato da attori molto bravi, viene molto usato  per trasmettere soprattutto ai ragazzi, non solo speranza sulla diversità, ma anche per esplorare il mistero profondo delle infinite possibilità della mente umana.

 

Perché questa introduzione? Perché quello della Grandin è un esempio emblematico di come la diversa percezione delle cose possa non sempre essere una penalizzazione, ma anzi un valore aggiunto, per mettersi in sinergia con dimensioni (seppur esistenti),  invisibili ai piu’. Ho scoperto questo termine, durante le mie sperimentazioni sulla sonificazione (vedi www.sonificart.it) per il mio maniacale desiterio di contaminare l’udito con gli altri senzi, per creare esperienze diverse di percezione del suono.

 

Ma cosè la Sinestesia?

È un fenomeno sensoriale/percettivo, non cognitivo, in cui la stimolazione di un senso è associata a quella di un altro. Non si tratta di una malattia, ma di una vera e propria sovrapposizione di sensi, in cui uno attiva l’altro simultaneamente e viceversa. Il termine “sinestesia” deriva dall’unione di due parole greche, “syn” (insieme) e “aisthesis” (percezione), che significa appunto “percepire insieme”. Personalmente, non immagino questo fenomeno come un disordine sensoriale, ma come una sorta di senso aggiuntivo oltre ai cinque che abbiamo. È simile a un nuovo colore che scaturisce dall’unione di due colori già presenti sulla tavolozza. I due colori si fondono, dando vita a un nuovo colore. A proposito di colore,  una persona affetta da sinestesia, alla vista di un colore, associa automaticamente un suono, un numero o un sapore. Creare artificialmente scenari sinestetici è ciò su cui si focalizza principalmente la mia ricerca. Che si tratti di un quadro, della corteccia di un albero o di qualsiasi altra cosa, grazie alla tecnologia digitale è possibile simulare il processo associativo che avviene nel cervello di chi ne è affetto. E’ invece interessante ciò che accade se  un approccio sinestetico a livello sensoriale viene in qualche modo proposto e stimolato a chi non ne soffre. Interessante come potrebbe essere un vero e proprio  valore aggiunto in termini di amplificazione percettiva.

Pur non sottovalutando il disagio di chi ne soffre, ritengo che in una società come quella odierna, in cui l’esperienza della lettura, ad esempio, e ciò che ne scaturisce a livello di immaginazione, sia spesso sostituita da immagini omogeneizzate, un approccio sinestetico possa risvegliare eventuali interconnessioni a livello cerebrale che nel tempo, senza che ce ne siamo accorti, si sono atrofizzate. È una sorta di risveglio della fantasia e dell’immaginazione di cui sempre di più siamo privati.

 

Il Progetto

Le mie sperimentazioni si stanno sempre di piu’ orientando nel creare scenari sinesetici partendo essenzialemente dall’uso della vista e dell’udito. La possibilità ad esempio di dare un suono ai dipinti, ad una poesia (che oltre generare una propria melodia generi anche un’esperienza visiva attraverso un video) hanno tutti la stessa finalità. Risvegliare nella persona che visiona l’opera la nostra capacità innata di amplificare e i nostri sensi e le nostre emozioni. Un’essere umano si distingue dal resto del creato proprio per la sua capacità di emozionarsi. Una zavorra in alcuni casi, ma anche un trampolino meraviglioso per percepire la vita e ciò che ci circonda in maniera amplificata, potendone cosi giovarne pienamente. E’ questo l’obiettivo principale del mio lavoro. Un progetto multidisciplinare facilitato dell’uso dell’Intelligenza Artificiale e da tecniche di sonificazione dati di cui già parlo lungamente nel sito (per approfondire clicca qui) , ma che in questo caso fanno da vero e proprio propulsore per i miei obiettivi.

 

Per chi ne voglia sapere di piu’ o è interessato ad una possibile esposizione dei lavoro può scrivere qui.

 

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