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L’Intelligenza Artificiale al servizio della disabilità

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Le tecnologie di brain-control (controllo col pensiero) hanno il potenziale di rivoluzionare la vita delle persone con disabilità motorie. Consentendo loro di controllare dispositivi e ambienti esterni semplicemente pensandoci, queste tecnologie possono aiutarle a recuperare l’indipendenza e la piena partecipazione alla società. Un esempio di questo tipo di tecnologia è BrainGate, un sistema sviluppato dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) che consente alle persone con paralisi di controllare un cursore sullo schermo di un computer semplicemente pensandovi.

BrainGate funziona impiantando nel cervello degli elettrodi che rilevano l’attività elettrica dei neuroni. Questi dati vengono poi elaborati da un computer che trasforma i segnali neuronali in comandi che possono essere utilizzati per controllare il cursore.  In uno studio del 2021, tre persone con tetraplegia hanno utilizzato BrainGate per controllare un cursore del computer.  In un altro studio del 2020, una persona con tetraplegia ha utilizzato BrainGate per controllare un braccio robotico per mangiare, bere e vestirsi. I ricercatori ritengono che questo dispositivo  possa essere utilizzato per una varietà di applicazioni, oltre al controllo di dispositivi assistivi. Ad esempio, il sistema potrebbe essere utilizzato per aiutare le persone con paralisi a comunicare, a controllare la propria mobilità e persino a recuperare alcune funzioni cognitive.

Un altro esempio di tecnologia di brain-control è Neuralink, un sistema sviluppato da Elon Musk che consente anch’esso alle persone con disabilità di controllare dispositivi e ambienti esterni attraverso il pensiero, ma nello stesso tempo permette anche di inviare segnali al cervello per attivarne alcune sue funzionalità. Questa tecnologia  può essere utilizzata per sviluppare protesi più sofisticate e sensibili, che possono fornire alle persone con disabilità motorie una maggiore mobilità e autonomia.

Ad esempio, la startup statunitense Ekso Bionics ha sviluppato una protesi robotica per il braccio che consente alle persone con disabilità motorie di recuperare la capacità di svolgere attività quotidiane come mangiare, vestirsi e scrivere. L’impiego invece delle  tecnologie di realtà virtuale e aumentata abinate con quelle precedentemente elencate possono aiutare le persone con disabilità a migliorare la loro mobilità, la loro percezione del mondo che le circonda e la loro interazione con gli altri. Ad esempio, la startup statunitense OVRGlasses ha sviluppato un visore per la realtà aumentata che consente alle persone con disabilità visive di vedere il mondo circostante in modo più chiaro e dettagliato.

Lìintegrazione uomo-macchina attualmente è possibile attravero impianti ed innesti di elettrodi non invasivi nel cervello, ancora non hanno permesso una diffusione su larga scala di queste soluzioni. Lo sforzo che le varie società costruttrici stanno facendo infatti è quella di produrre dispositivi indossabili in grado di poter efficacemente leggere comunque il pensiero senza penalizzare in alcun modo l’efficia dei vari apparati ad esso collegati. Speriamo che lo sforzo congunto delle varie discipline coinvolte in questi progetti diano il loro frutto a breve termine, e poter cosi dare una seconda possibilità a chi altrimenti,  sarebbe destinato a convivere con una disabilità per sempre.

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