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Come interagire fisicamente nel Metaverso. Incredibile!

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Alla fine poi tutta questa grande novità da un punto di vista tecnologico il metaverso non l’ha portata. In fondo già nel mondo dei videogiochi  esiste da anni la possibilità di usufuire di visori e aggeggi tra le mani per interagire con un mondo virtuale. La tecnologia quindi c’era già prima del fatitico annuncio di Zukemberg. Ma allora dov’è la novità? La novità è da ricercare sopratutto (manco a dirlo) nel business collegato a questa nuova modalità di  accedere ai dati, in cui la finalità non è esclusivamente di tipo ludico.  Come fu per l’america dei coloni, anche questo è un momento particolare per il metaverso. Una specie di corsa all’oro in cui ognuno crea il proprio metaverso con le proprie finalità ma che sempre e comunque fanno i conti (anzi meglio dire facevano) con una interazione virtuale parziale (passiva) anche tra le persone. Se ad esempio mi connettessi ed entrassi  nel metaverso  Facebook al posto della classica foto del mio profilo mi presenterei sottoforma di avatar. Un personaggio dinamico, creato di sana pianta che mi rappresenta. Come accade per i social avrò la possibilità di interagire con persone che conosco e anche di nuove, ma sempre e comunque sottoforma di avatar. Potrei avere a disposizione anche un visore potentissimo con un livello di dettaglio e tridimensionalità che “ingannano” il mio cervello facendomi quasi credere che veramente stia li, ma poi sempre e comunque dovrò fare i conti con i limiti imposti dall’impossibilità di utilizzare pienamente i miei sensi (ad sempio il tatto), mancando quello che nella vita reale ci contestualiza nella realtà. Mi viene cioè limitato l’impiego di ulteriori informazioni sensoriali che aiuterebbero il mio cervello ad abbassare il livello di attenzione e di “distacco” da una realtà virtuale. L’afferrare le cose, toccare una persona, e quant’altro mi è impedito.Immagina di indossare dei quanti che possono trasmettere la sensazione di caldo, freddo, liscio ruvido, e che quando viertualmente afferri un oggetto nel metaverso ti da la sensazione prensile. Quando cioè provi ad esempio ad afferrare un bicchiare ne senti il perimetro e anche la rigidità del vetro. 


Tutto questo è possibile grazie al fatto che nei guanti in questione al disotto delle nostre falangi è montato una sorta di piccolo serbatoio che si riempie e si svuota in base al livello di sensazione prensile necessaria. Ma non finisce qui. Con lo stesso principio questo avviene in tutto il corpo proprio grazie ad una tuta che sovrapponendosi alla pelle si occupa di trasmetterglie tutta una serie di informazioni (tatto, caldo freddo, ecc..) in totale sincronicità con ciò che si sta in quel momento vivendo virtualmente nel metaverso. Cosi ad esempio se ti capita di incontrare  un avatar di un tuo amico e vorrai stringerli la mano grazie a questa tuta lo porai fare (a condizione che entrambi la indossiate). Chiaramente l’interazione avviene anche nei confronti degli oggetti che vedrai o che ti serviranno nel metaverso. E a proposito di contatto e di oggetti, indovina su cosa si sta lavorando ? All’impiego delle tute nel modo del porno. Basterà  acquistare il giusto accessorio ed il gioco è fatto. Sarà pieno di avatar che neanche lontanamente ci assomiglieranno, o che ancora meglio non sono collegati a persone ma magari sono il frutto di un algoritmo di intelligenza artificiale. Un sistema evoluto cioè che sarà cosi simile nei comportamenti, nelle azioni e reazioni, a  quello umano che sarà impossibile stabilire di chi si tratti realmente (uomo o macchina). Aggiungiamoci anche che nel metaverso non esistono le stesse regole della vita reale.  Tutto è praticamente (potenzialmente) possibile. Insomma c’è da vigilare e scegliere sempre, ma per farlo è necessario informarsi! Alla prossima.

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