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SmartPhone WC

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Nel nostra esistenza oramai abbiamo appurato che il nostro smartphone sembra essere diventato un compagno inseparabile. Talmente inseparabile da preferirlo anche come compagno  durante i momenti più personali, come una visita al bagno. Molti di noi sono consapevoli dei rischi fisici legati all’uso del telefono in bagno, come il pericolo di cadere nel water o di esposizione a batteri. Tuttavia, è altrettanto importante considerare le implicazioni mentali di questa abitudine.

La prima osservazione riguarda la perdita della cognizione del tempo. È sorprendente quanto tempo possiamo trascorrere nel bagno, ignari del passare delle ore, immersi nei contenuti del nostro smartphone. Questa perdita di percezione del tempo non è solo fastidiosa, ma può anche avere effetti negativi sulla nostra salute mentale. Il momento in bagno dovrebbe essere un momento di pausa e relax, ma se ci perdiamo nelle infinite scrollate sui social media o nelle notizie, diventa un’esperienza stressante e frenetica.

Questo spunto evidenzia un grosso dilemma legato all’estremizzazione dell’uso delle risorse web, spesso rese “user friendly”. Non è forse chiaro per tutti che ciò che “esce” sul web ci espone al mondo. Molti di noi hanno una visione restrittiva in tal senso, ma ogni singola informazione, anche la più insignificante, è potenzialmente reperibile in rete. Si parla tanto di brand identity e di web reputation, ma penso sia scontato che se ognuno di noi avesse un negozio fronte strada che deve promuovere un prodotto, non utilizzerebbe un’insegna scadente o una vetrina in disordine; incaricherebbe professionisti per caratterizzare ciò che vende ed esporre al meglio la sua merce.

La tendenza che si sta avendo, soprattutto con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, è un totale supporto nella realizzazione di un sito web. Questa interazione uomo-macchina, in cui non esiste una supervisione umana, rischia di omogeneizzare troppo l’aspetto dei siti. Un altro aspetto critico è la non effettiva proprietà di ciò che viene esposto. Per realizzare un sito si utilizzano piattaforme che facilitano tutto, dalla grafica ai contenuti ai social, ma molti ignorano che tutto il flusso di informazioni utilizzato rimane di fatto nei database delle piattaforme stesse. Questa dipendenza rischiosa si traduce in canoni a vita o, peggio ancora, in una difficile gestione della propria reputazione online.

Non è quindi solo una questione di gusti grafici personali o di contenuti, ma di come tutto ciò viene presentato in rete e se se ne ha piena consapevolezza e controllo.

Il mio consiglio è sempre quello di rivolgersi a uno specialista o un’azienda che possa tradurre i propri bisogni in una soluzione modulare, di proprietà del committente e della quale possa disporne come meglio crede in ogni momento.

In rete è pieno di testimonianze di chi poi si è dovuto rivolgere a specialisti per impedire i dissemiminarsi incontrollato di link fasulli, di articoli datati e tanto altro ancora di cui a volte non ne aveva neanche contezza.

Buon sito a tutti!

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