Mentre ancora qualcuno stenta a cambiare il suo smartphone (malgrado quasi tutte le più comuni app non possono essere utilizzate) innalzando lo stendardo di una presunta frangia di resistenza all’avanzata tecnologica, nel mondo dell’informatica e delle comunicazioni si sta dettando l’inizio di una nuova era. Sarà tutto talmente diverso che ci sarà una netta linea di demarcazione tra un prima e dopo. Ma facciamo il punto con un po di cronistoria.
Siamo passati dall’utilizzo del telefono cellulare per chiamare e ricevere messaggi (SMS), agli smartphone, non appena i gestori di telefonia hanno aumentato la potenza di banda per collegarsi ad internet e rendendo anche piu’ accettabili le bollette per chi ne faceva uso. Da quel momento in poi ognuno potenzialmente poteva essere connesso in rete! Un’ opportunità tecnologica che ha modificato le nostre abitudini di vita, imponendole alle nuove generazioni e ingenerando nuovi atteggiamenti compulsivi nel suo uso, fino a sfociare in vere e proprie dipendenze. Tutto molto iperconnesso, molto facile, anche grazie anche all’aumento della velocità di connessione e al progresso dell’elettronica contenuta nei vari dispositivi, ma sempre e comunque con una netta divisione tra ciò che vediamo, interroghiamo, ascoltiamo ecc… e la nostra vita reale. Un po’ come accade con la TV. Sei seduto, ti guardi un film ma non sei nella scena del film, non interagisci con i personaggi e se anche fosse, sempre e comunque sul tuo divano di casa rimani. A parte qualche costosissimo tentativo oltre alla visione 3D di un film, effetti audio incredibili, non vengono coinvolti oltre alla vista e all’udito gli altri sensi come l’olfatto e il tatto (CINEMA 5D)
La nuova frontiera che oramai è dietro l’angolo invece (sempre per fare un’analogia con il film) è di stare e fare il film! Non utilizzando la rete attraverso un display e basta (smartphone, computer, smart tv, ecc..) insomma, ma anche attraverso il nostro corpo e quindi anche altri sensi.
DA DOVE È INIZIATO TUTTO
Avrai di sicuro sentito parlare di criptomonete. Un sistema grazie al quale attraverso una serie di programmi che girano su computer distribuiti geograficamente ed un sistema che li controlla (blockchain) viene coniata una moneta digitale. Immagina di poter creare uno stato autonomo e di inventarti una nuova moneta, dove non ci sono banconote ma una serie di caratteri (numeri, lettere) che rappresentano l’immagine del conio e che invece di avere il proprio numero di serie stampato abbia un codice (sempre unico per ogni moneta) sottoforma di dato digitale. Immagina ancora, che la stessa cosa la facessero altri stati autonomi. Alla fine, queste monete (seppur digitali) vengano utilizzate per scambi, acquisti, ecc… Man mano acquisteranno un valore e quindi un potere d’acquisto. Questo è quello che sta accadendo oggi con le cosiddette criptomonete. Inizialmente c’era solo il Bitcoin, adesso se ne contano a centinaia.
Ma non è finita qui. Cos’è accaduto non poco tempo fa? Che è iniziata a farsi strada un’altra applicazione d’uso delle criptomonete, ossia gli NFT. Letteralmente in inglese vuol dire: No Fungible Token. Ma tranquillo, non è una nuova specie di fungo velenoso, (significa gettone non fungibile, ossia non sostituibile e quindi unico). Immagina allora che una qualsiasi cosa che sia realizzata digitalmente (foto, immagini, filmati, musica, ecc..) possa avere la potenzialità di diventare un oggetto riconosciuto come originale. Ti chiederai allora beh che c’è di nuovo, già esiste la S.I.A.E o altre organizzazioni grazie alle quali puoi depositare un’opera, e allora? Forse vista così non hai tutti i torti, ma non confondere l’opera in se (esempio un brano musicale) dalla sua trasformazione in oggetto. Quando cioè viene depositata una qualsiasi opera oggi viene riconosciuta all’autore la sua titolarità su questa, ma con gli NFT non solo viene formalizzato questo passaggio, ma è come se qualcosa che di fatto non puoi toccare viene trasformato digitalmente in oggetto. Lasciandoti con la curiosità di quale mole di denaro hanno smosso diversi NFT nel mondo del collezionismo (guarda a quanto sono stati venduti gli NFT piu’ famosi) quello che oggi a me interessa sottolineare è proprio la parte di oggettivizzazione di qualcosa che non nasce come un oggetto.
Facciamo un esempio. Immagina di acquistare oggi un NFT dell’immagine di una caffettiera in 3D (di fatto stiamo parlando di un file e quindi dati che contengono informazioni per rendere visibile in tre dimensioni un’immagine). Parliamo cioè di qualcosa che non ti ritroverai sul tavolo adesso se vai in cucina. Probabilmente se hai una caffettiera, hai acquistato l’oggetto caffettiera. Qualcosa che hai preso in un negozio, toccato, aperto, e che tutti i giorni utilizzi. Ma allora come pensare minimamente che la tua caffettiera 3D in NFT possa essere un oggetto? E’ una cosa che ha incuriosito anche me e che mi ha permesso di fare un’indagine su quello che stanno realizzando diverse start-up e che sarà la vera rivoluzione “sensoriale” virtuale. Sto mettendo assieme le notizie e a breve uscirà un nuovo articolo. Per il momento.. Buon NFT a tutti!!