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La luce che guarisce dal Jet Lag

Dall’esterno appare come un normale lettore mp3 e relative cuffie, ma invece di emettere onde sonore dagli auricolari fuoriesce un fascio luminoso. Questo per combattere quel senso di stordimento provocato dall’anomalo ciclo sonno/veglia derivato dal Jet Lag.

Dall’esterno appare come un normale lettore mp3 e relative cuffie, ma invece di emettere onde sonore dagli auricolari fuoriesce un fascio luminoso. Questo per combattere quel senso di stordimento provocato dall’anomalo ciclo sonno/veglia  derivato dal Jet Lag. Lo strumento si chiama The Valkee, e della HumanCharger non è affatto una trovata inutile pseudo moderna che basa la sua forza sulla suggestione, ma pone le basi della sua realizzazione su prove scientifiche,  come piega Lino Nobili, responsabile del centro di medicina del sonno dell’Ospedale Niguarda di Milano “La luce, il principale sincronizzatore del ritmo sonno-veglia, in questo caso sfrutta il canale uditivo per arrivare a stimolare i recettori al di fuori del sistema visivo ma che comunque si trovano nel cervello. Usando la luce in modo adeguato si risolvono vari disturbi quali insonnia e depressione e anche quelli dovuti al jet lag”. (Fonte: Repubblica.it) Chiaramente l’efficacia del dispositivo si ha se usato già in aereo visto che per altro necessita di soli 12 minuti per avviare il processo di rigenerazione della serotonina, il neurotrasmettitore responsabile non solo del jet lag ma anche di altri disturbi tra i quali la depressione.

Vediamo assieme su quali principi fonda il suo funzionamento.
La terapia a luce intensa è stata utilizzata sin dagli anni ’80, ma veniva somministrata attraverso gli occhi.  Questa terapia richiede alle persone di sedersi di fronte a una lampada a luce intensa,  dai 30 alle due ore al giorno.

Tra il 2008 e il 2010, i ricercatori dell’Università di Oulu hanno scoperto la presenza di fotorecettori-proteine ​​sulla superficie del cervello, simili a quelli che esistono negli occhi. A seguito di ulteriori ricerche è stato dimostrato che la luce può raggiungere anche queste aree del cervello attraverso i canali uditivi, il tessuto dell’orecchio e il cranio.

Il cranio di grandi mammiferi, inclusi gli umani, lascia passare la luce in modo naturale, e nella normale luce diurna e nelle condizioni diurne il cervello è sempre esposto alla luce. (testo tradotto dal sito: https://humancharger.com)

Nello specifico  l’ippocampo e la corteccia cerebrale (le due regioni deputate a regolare il comportamento emotivo) sono quelle che appunto  vengono stimolate dalla luce del dispositivo e che in qualche modo “reagiscono” producendo serotonina.

In conclusione mi sento di consigliare The Walkyee a chi è soggetto a viaggi intercontinentali frequenti, anche se svariate testimonianze in rete affermano che il benessere derivato dall’uso frequente delle cuffie (ricordiamo per un massimo di 12 min. al giorno) ha delle ricadute su una migliore qualità del sonno e un abbattimento considerevole dei sintomi depressivi.

Che dire..provare per credere.

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