Si chiama interocezione ed è la capacità di percepire le informazioni interne del proprio corpo. Come; il respiro, la peristalsi gastrointestinale, la percezione profonda del dolore e altre emozioni che in qualche modo interagiscono con il nostro corpo. Questa capacità di ascoltarsi è alla base di tutte le attività meditative e delle pratiche religiose. Una profonda capacità di auto ascoltarsi (adesso anche la scienza lo conferma) permette di attivare una empatia anche con gli altri. Un po come per capirci bene puo’ accadere con chi ha orecchio musicale, ed è in grado di non soltanto percepire il suono nella sua integrità ma anche i vari strumenti che compongono una melodia. Nello specifico la capacità di ascoltare i propri battiti cardiaci, cosi come accade per molte pratiche meditative, attiva una sorta di metronomo biologico. Una consapevolezza di esistere, di essere vivi che colloca al presente. Ricerche scientifiche sull’interocezione hanno anche evidenziato un aumento di capacità come indovinare i pensieri degli altri, lettura della mente, ecc. Queste considerazioni (per opposizione) ci stimolano anche a considerare le conseguenze di una incapacità o non volontà ad ascoltarsi, con le ricadute che questo comporta nelle nostre relazioni sociali, con i risultati nefasti a cui assistiamo.
Per approfondire (Articolo su Newscientist)
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