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Il potere degli algoritmi

L’algocrazia e l’algoretica sono due concetti che stanno diventando sempre più predominantii nella nostra vita. vediamo perchè. L’algocrazia è una forma di governo basata sull’utilizzo di algoritmi per prendere decisioni, mentre l’algoretica è una disciplina che si occupa dello studio e delle implicazioni etiche che gli algoritmi possono avere sulla vita dell’uomo. 

 

Ma esattamente cos’è un algoritmo? Non è altro che un insieme di istruzioni che eseguite secondo una logica restituisce un risultato desiderato. Se ci riflettiamo un pò, non è poi cosi sbagliato  affermare che ci siamo dentro fino al collo, anzi per dirla come nel film MATRIX siamo anche noi in maniera incosapevole parte dell’algoritmo. Ovviamente una fortissima spinta a questa riflessione  è fornita dalla rivoluzione legata al mondo dell’Intelligenza Artificiale che mai come in questi tempi ogni giorno colonizza sempre di piu’ nuovi ambiti della nostra esistenza. Cambieranno tecnologie, approcci e forse metafore legate al processo in atto, ma sempre e comunque alla base ci sarà un algoritmo, una radice comune, da cui si diramerà il futuro tecnologico che ci aspetta. 

L’uomo da sempre cerca il benessere e la felicità.  Una costante che ci insegue dalla nascita fino all’ultimo giorno di vita e nelle varie generazioni. Un processo continuo che ha permesso nel tempo di non rimanere nelle caverne ma di spingerci sempre piu’ avanti senza alcun limite. Ma se  analizzazzimo le varie fasi evolutive dell’uomo noteremo subito qualcosa che in questi ulti anni non torna. Ossia la velocità. Pensiamoci un attimo.  In cento anni ci sono stati cosi tanti cambiamenti che mai in nessun’ altra epoca sono stati eguagliati. Siamo passati  dall’era agricola di fine 800-900, a quella industriale, a quella post industriale (digitale) dei primi anni 90 fino ad arrivare a quella dell’intelligenza artificiale (che ormai da quasi 30 anni sta sempre di piu’ aumentando la sua potenza), fino ad arrivare oggi a risultati impossibili da prevedere. Un processo in cento anni di storia,  cosi denso di cambiamenti e di innovazioni che ha segnato profondi fossati generazionali e di cui per il futuro non siamo in grado di prevederne le conseguenze. 

Cosa è giusto oppure no? 

Nel discernere se una cosa è buona  si applica una equazione detta rischio – beneficio. Se il rischio che si corre è superiore al beneficio che ne deriva, una scelta non è adeguata. Una regola di vita che permette all’essere umano di cavarsela e di sopravvivere in ogni dove. Ma se non riesco a dare un numero (una misurabilità) ne al rischio che al beneficio, che cosa accade? O peggio ancora, se questa misrubilità è arbitriaria (ognuno da la sua) come posso essere sicuro che la scelta adottata per me sia giusta? E’ proprio questo il dilemma che stiamo vivendo oggi. Non esiste un’ unità di misura standard sull’etica degli algoritmi e questo quindi rende tutto molto piu’ complesso da valutare per ciò che sia buono o sbagliato per la vita dell’uomo. Dobbiamo spostare l’attenzione non sul prodotto (Metaverso, Intellinza Artificiale, Chat, ecc..) ma su ciò che fa girare il prodotto. Per questo è necessario creare una cultura “etica” sull’algoritmo, che non vuol dire diventare tutti informatici, o diventare degli Amish digitali,  ma soltanto porre attenzione su cosa scegliere per noi e i nostri figli e le generazioni future. Una sorta di filtro di fondo nelle mani di ognuno di noi, ma soprattutto di chi governa, al fine di non fare la fine di come disse Albert Einstein : “Io non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra Mondiale, ma la Quarta Guerra Mondiale sarà combattuta con pietre e bastoni”.

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