Pollicino nella fiaba famosa di Charles Perrault si racconta, lasciasse frammenti di pane sul suo percorso per evitare di perdersi. Prendendo in prestito questo aneddoto che molte volte è assimilabile a tanti paradigmi nella vita comune, possiamo addentrarci nell’argomento che ci interessa ossia dei cookie. I cookie (biscotto in inglese) servono nel web per migliorare la navigazione, ma sono anche utilizzati dalle aziende per identificare, riconoscere e classificare l’utente (si chiamano cookies di profilazione) (vedi OBA). Dal 25 maggio grazie al GDPR (General Data Protection Regulation) a completamento del già pronunciato Regolamento Ue 2016/679 è diventato obbligatorio in tutti i paesi della UE specificare cosa faranno i cookies nel sito che stiamo visitando. Questi, va ricordato, sono file di testo inviati da un sito web al computer dell’utente che lo sta visitando. Esistono diverse tipologie di cookie
Ma come si fa a capire se una pagina che sto visitando mi spia o utilizza cookie di profilazione o peggio ancora carpisce i miei dati? E’ possibile installare permanentemente dei plugin specializzati proprio in questo direttamente nel proprio browser o utilizzarene online: Wappalyzer BuiltWith entrambi sono disponibili come componenti aggiuntivi di tutti i browser più utilizzati e consentono un’analisi approfondita di tutte le risorse e le tecnologie implementate all’interno di un sito web. Non rivelano esclusivamente i cookie installati da un sito, ma elencano anche tutte le tecnologie impiegate all’interno dello stesso, come l’infrastruttura server, il CMS utilizzato e altre informazioni specifiche. Uno dei prodotti piu’ diffusi per avere una verifica sull’uso dei cookie (sia per il proprio sito) di terze parti é: Cookieboot Per approfondire: https://www.cookiebot.com/it/internet-cookies/L’evoluzione dei robot umanoidi: l’avvento della pelle artificiale
C’era da aspettarselo. Anche se diciamocela tutta, tra arrossamenti per il sole, escoreazioni in caso di attrito e altre magagne legate alla fragilità della nostra pelle, un robot non sarà poi cosi contento di averne una. Di fatto da