Parto subito con una sintesi per chiarire la direzione in cui ci stiamo muovendo:
l’obiettivo principale delle tecnologie BCI (Brain-Computer Interface) è migliorare le prestazioni di questi dispositivi riducendo al minimo la loro invasività, rendendoli sempre più sicuri, precisi e accessibili. Oggi, queste tecnologie sono ancora in fase sperimentale o impiegate solo in situazioni molto particolari ( in cui altre soluzioni terapeutiche non sono più possibili o efficaci), che rientrano in quello che in medicina viene chiamato “uso compassionevole”, ossia si autorizza l’uso di una tecnologia sperimentale su un paziente quando tutte le alternative sono esaurite, nella speranza di ottenere un beneficio.
Ma facciamo anche una breve sintesi su cosa sono le BCI
Le BCI sono sistemi che collegano direttamente il cervello a un computer o a un dispositivo, permettendo di comunicare, controllare oggetti o trasmettere informazioni senza passare dai muscoli o dai nervi. In pratica, leggono l’attività cerebrale e la traducono in comandi digitali.
A che punto siamo oggi ?
Di seguto una breve tabella sullo stato dell’arte dei lavori.
Progetto | Tipo di Impianto | Tecnologia AI | Uso Effettivo 2025 | Invasività |
Neuralink (USA) | Impianto intracorticale (chip N1) | Decodifica segnali neurali + voce sintetica AI | Controllo computer con il pensiero, scrittura, sintesi vocale | Alta (chirurgia cerebrale) |
Synchron (USA/AUS) | Elettrodi nel sistema vascolare (Stentrode) | Controllo mentale + integrazione assistenti vocali | Domotica, scrittura, interazione con dispositivi (es. Alexa) | Bassa (non invasivo) |
Precision Neuroscience (USA) | Microelettrodi flessibili (Layer 7) | Interpretazione segnali per trattamenti neurologici | Trattamento ictus, lesioni spinali (in fase clinica) | Media (minimamente invasivo) |
Cortical Labs (AUS) | Biochip neurale (neuroni + silicio) | AI ibrida biologica-digitale | Simulazione di malattie, test farmacologici (non per uso diretto umano) | Nessuna (in vitro) |
Neucyber (Cina) | Chip cerebrali (prototipo umano) | Decodifica neurale AI | Prove su pazienti per superare le prestazioni di Neuralink | Alta |
Dettaglio progetti
Neuralink ha già impiantato chip in pazienti umani con risultati promettenti: una persona affetta da paralisi è riuscita a controllare un computer e perfino a parlare tramite una voce sintetica generata dall’AI, basata su vecchie registrazioni della sua voce.
Synchron utilizza un approccio meno invasivo, inserendo elettrodi nel cervello attraverso le vene, senza dover aprire la scatola cranica. Un paziente con SLA usa già questo sistema per gestire la domotica con il pensiero.
Precision Neuroscience sviluppa microelettrodi ultrasottili che si posano sulla superficie del cervello, riducendo i rischi chirurgici.
In Cina e in Europa, nuovi progetti stanno spingendo ancora più avanti i confini di questa tecnologia, puntando anche alla combinazione tra neuroni umani e intelligenza artificiale.
Perché è così importante ?
Queste tecnologie possono restituire una voce, un movimento o una connessione al mondo a chi li ha persi, come nel caso di malattie neurodegenerative, lesioni spinali o ictus. Ma in futuro, potrebbero anche essere usate per potenziare le capacità cognitive, come memoria e concentrazione, o per nuovi modi di interagire con la tecnologia.
Ovviamente se oggi per il normale uso dell’IA già ci sono problemi di tipo etico, immaginiamoci per ciò che riguarda dispositivi potenzialmente capaci di avere il quasi totale controlle delle notre funzioni mentali e anche del pensiero. Anche in questo caso la sfida si fa sempre piu’ difficile, nel trovare i giusti compromessi tra il prezzo da pagare (non solo economico) e i benefici da raggiungere.
Da non perdere!
Guarda il video realizzato da un paziente SLA con un impianto NEURALINK: https://www.youtube.com/watch?v=CJn0WRKwg34&t=10s